Comunicato stampa
Soliera, 15 ottobre 2020

Domenica 18 ottobre, alle ore 15, i locali della Polisportiva solierese di piazzale Loschi 190 ospitano la presentazione di AREILOS. Storie di uomini e donne a Soliera”, un libro curato dal Centro Studi Storici Solieresi che racconta, con l'ausilio di un corposo apparato fotografico, la vicenda di una delle più significative realtà produttive della provincia modenese nel secolo scorso.

Sorta nei primi anni ’50, ancora nel contesto del dopoguerra, l'azienda ha accompagnato per mezzo secolo (fino al 2007) la vita di tantissimi solieresi. Persino a livello simbolico, tanto che il nome - Areilos - altro non è se non “Soliera” visto allo specchio.
La fabbrica è stata davvero lo specchio di quel che accadeva a Soliera, anche fuori dal suo perimetro aziendale. È stata per decenni il simbolo di una vitalità economica che ha accompagnato gli anni del miracolo economico dove l'intraprendenza degli imprenditori è sempre andata a braccetto con la coesione sociale e la distribuzione della ricchezza e delle opportunità, per i solieresi e per i nuovi arrivati.
La prima parte del volume comprende una narrazione di Guido Malagoli tra fantasia e realtà del periodo iniziale dell'azienda (anni 1949 -1954) e quattro schede storiche a cura di Azzurro Manicardi; sull’azienda, il proprietario Gianfranco Regnani, la storia societaria e la storia immobiliare. In più una cinquantina di foto storiche.
La seconda parte comprende invece le notizie, gli spunti e le suggestioni tratti dalla tesi di laurea di Irene Bitassi che durante il periodo universitario lavorò per quattro anni all’interno dell’azienda. La terza parte offre fotografie, articoli di giornale, aneddoti e documenti; la quarta prevede ben 19 interviste/testimonianze autobiografiche di dipendenti dell'azienda e altre persone che hanno avuto stretti rapporti, soprattutto di natura sociale, con la famiglia Regnani. Infine “Quel che resta oggi. Tracce di uomini e donne”, un racconto fotografico (circa 50 fotografie) a cura di Oscar Lolli e Lorenzo Teritti.

“Soliera”, spiega il sindaco Roberto Solomita, “usciva dalle macerie della seconda guerra mondiale con l'orgoglio di avere sconfitto la tirannide nazifascista, ma in un contesto economico arretrato e di miseria; pochi decenni dopo il borgo rurale si trasformava in una cittadina operaia e artigiana, in grado di garantire benessere diffuso, occupando e includendo anche tante donne e neosolieresi provenienti dal Sud e da altri paesi. Negli anni ’80 e ’90 questa storia di successo e riscatto ha toccato il suo apogeo ma, come tante situazioni aziendali analoghe, ha poi conosciuto le difficoltà di un contesto economico globalizzato e sempre più competitivo che hanno portato alla chiusura nel primo decennio degli anni 2000.”

Torna all'inizio del contenuto